Nel novembre o dicembre del 1971, neanche Raymond Tomlinson lo ricorda con esattezza, l’ingegnere informatico siede di fronte a due computer PDP 10 di Digital, grandi come un armadio, e scrive la storia della Rete con un carattere speciale, nel senso letterale del termine. I due dispositivi (uno dei quali archivia 288 kb) sono collegati attraverso Arpanet che poi diventerà internet. È un momento storico: per la prima volta un computer riceve un messaggio inviato da un altro computer. Tomlinson non si rende ancora conto dell’importanza della sua invenzione: le prime email del mondo contengono una stringa arbitraria di testo come QWERTYUIOP oppure TESTING 1 2 3 4. Ma Tomlinson neanche questo ricorda con esattezza. In realtà all’epoca erano già state definite le caratteristiche fondamentali della posta elettronica, ma i messaggi potevano essere scambiati solo tra utenti collegati a uno stesso computer. Per permettere l’invio da un computer all’altro, Tomlinson combina due script già esistenti: SNDMSG era uno dei programmi di scambio allora disponibili che permetteva di allegare nuovi messaggi ai file di un determinato utente senza poterli leggere o sovrascrivere: la mailbox non era altro che un documento di testo in continuo aggiornamento. Il CPYNET è invece un programma per il trasferimento di file attraverso la rete. Dalla combinazione di SNDMSG e CPYNET è nato il programma per lo scambio di email di Tomlinson. Per distinguere i vari host, l’informatico statunitense ha bisogno di un segno caratteristico per il nome del destinatario o del computer. Tomlinson sceglie un simbolo posizionato sulla parte destra della tastiera, seconda riga dall’alto, e premendo Shift+P ottiene la @ che sarebbe diventata il simbolo dell’era digitale.
Da unità di misura del vino a indirizzo email
Il simbolo non è un’invenzione di Tomlinson, al contrario. Il 4 maggio 1536 un commerciante fiorentino, Francesco Lapi, invia una lettera da Siviglia a Roma in cui descrive l’arrivo di tre navi dall’America latina: “Un’anfora di vino, che è un trentesimo di un barile, vale 70 o 80 ducati”, spiega il mercante fiorentino e abbrevia il termine “anfora” con una “a” arrotondata scrivendo una @ di vino. Poiché in spagnolo anfora si dice “arroba”, oggi in Spagna il simbolo @ viene chiamato “arroba”. Secondo altre fonti, l’origine della @ risalirebbe ad un’epoca ancora più antica, ma gli esperti non sono ancora in grado di specificare quale. Già nel VI o VII secolo i monaci utilizzavano il simbolo come abbreviazione del latino “ad” per risparmiare tempo, spazio e inchiostro. Anche se esistono diverse teorie a riguardo, di una cosa si è certi: da quando è stato utilizzato dai commercianti come Francesco Lapi, il simbolo della chiocciola si è diffuso nelle vie del commercio europee e in modo particolare nel linguaggio contabile anglosassone dove, per esempio, il prezzo unitario di una merce si indicava in questo modo: due casse di whiskey @ 10 dollari (al prezzo di).
Proprio per questo motivo, a partire dalla metà del XIX secolo, la @ compare sulle macchine per scrivere americane e inglesi. Quando nel 1963 viene introdotto il codice Ascii, anche la @ rientra tra i 95 simboli digitabili e nel 1971 è posizionata sopra la P sul computer PDP 10 di Ray Tomlinson. Ma in quel periodo il simbolo si usa raramente rispondendo perfettamente alle intenzioni dell’ingegnere informatico. Nel 1973 i membri dell’Internet Engineering Taskforce con l’accordo RFC 469 stabiliscono l’introduzione di uno standard di sintassi per lo scambio di email e riprendono l’idea di Tomlinson: user@host. Dal 1980 nascono i protocolli di codice su cui si basa l’attuale Simple Mail Transfer Protocoll (SMTP). Il problema dello spam esisteva già nel 1975, mentre la prima mail di spam viene inviata probabilmente nel 1978. Sei anni più tardi, il 3 agosto 1984, lo scienziato di Karlsruhe, Michael Rotert, è il primo tedesco che riceve un’email da una sua collega americana all’indirizzo rotert%germany@csnet-relay.csnet. Oggetto: “Benvenuto in CSNET!” [proprio così!]. Con il lancio di Hotmail nel 1996, la posta elettronica conquista il mercato di massa.
Oggi vengono inviati quotidianamente miliardi di email, superando ogni anno i 100 milioni di miliardi di messaggi. La @ nel frattempo è diventata onnipresente, per esempio negli username dei servizi di messaggistica istantanea come Twitter, o nell’identificativo dei membri delle varie community. Soprattutto nel mondo anglosassone questo simbolo è diffuso non solo in ambito digitale, ma anche nei linguaggi di programmazione, in biologia, in fisica o in chimica. Di recente la @ si è conquistata un posto anche nel prestigioso Museum of Modern Art di New York. E Ray Tomlinson? È stato ignorato fino al 1993 quando si è festeggiato il 25° anniversario di Arpanet. In quell’occasione l’ingegnere informatico ha commentato: “Il simbolo (at) è importante. L’ho utilizzato per mostrare che l’utente si trova di fronte a un indirizzo host diverso dal suo e non ad un computer locale”.